domenica 18 novembre 2012

In una sera d'inverno


Una sera d'inverno,
ti accorgi.
È stato l'odore del freddo.
O il profumo di legna bruciata nell'aria.
Lo sapevi.
O forse no.
Hai pianto perché sei rimasta sola.
Perché c'era troppa gente.
Hai pianto perché non c'eri.
Perché c'eri.
Perché hai un ricordo.
Perché non hai un ricordo.
Il dolore del tempo già passato.
Quello del tempo che resta.
Le ferite che hai inferto.
Senza volerlo. O per rabbia.
Le ferite che hai subìto.
Per trascuratezza di chi avrebbe dovuto esserci.
Perché c'era chi avrebbe dovuto trascurarti.
Benedetto quel giorno. Solo dopo.
Che giorno infausto. Proprio.
È stato il destino.
Il destino non esiste.
Una fatalità.
Le fatalità non esistono.
Il dolore ha tanti genitori.
Ne ha uno solo,
ed è un'assenza.

martedì 23 ottobre 2012

Eureka

Due arzilli,
immersi nel loro mondo,
ti daranno una spinta
dall'alto verso il basso
direttamente proporzionale
al tuo desiderio di non annegare.

Ed è subito bara.

lunedì 22 ottobre 2012

Goodbye Joule

Energia, poca.
Sufficiente per mangiare, dormire, lavorare;
e per poche altre cose non leggere nè vaganti.
Energia.
Torna, deh.

giovedì 23 agosto 2012

L'ultima settimana di agosto


Ogni anno, l'ultima settimana di agosto, preparavi la conserva di pomodoro.
Arrivavano quintali di pomodori rossi e maturi, quelli per il sugo, oblunghi, pigiati dentro cassette di legno chiaro fragili come la stagione.
Abitavamo in quella casa da poco, prima era la nostra casa delle vacanze, da vivere solo d'estate. Andavamo a comperare le uova da una contadina che allevava anche le galline: abitava con la famiglia in una casetta di pietra, lungo la strada che era anche la nostra e che non portava da nessuna parte, finiva così, in un grande campo coltivato. A te piaceva, che la strada non conducesse altrove: dicevi che così eravamo più tranquilli, più sicuri. Ero troppo piccola per capirne il significato, allora.
Quella contadina veniva a darti una mano, con la conserva di pomodoro: adesso mi è chiaro il suo ruolo, necessario. Avevi troppo, sulle spalle. Era una gran fatica, per te, lavare tutti quei pomodori, passarli nel passapomodoro, trasformarli in un liquido denso, senza bucce, senza semi, per carità!
Tutto diventava rosso, le tue mani, il lavello, la cucina. Sarà per quella fatica imposta vista da bambina, che adesso, che dell'innocenza di allora mi è rimasto solo il desiderio, se voglio preparare il sugo getto nella padella i pomodori interi, con la buccia, i semi e tutto. E se alla sera, la lunga sera dell'estate, eravamo ancora lì a preparare la conserva, noi bambini spettatori inutili e invadenti, e lui tornava dal lavoro, ricordo la sensazione di paura perché la cena, magari, non era ancora pronta.
Si sedeva, allora, a leggere il giornale, la faccia buia. Non c'era allegria, condivisione, aiuto, sporcarsi le mani insieme, riderne. Era un compito riservato alle donne, la conserva. E la cena. Apparecchiare, portare in tavola, sparecchiare.
In silenzio, sperando che il cattivo umore gli passasse così com'era venuto.
Preparavi in fretta la pasta, con il sugo già che c'eri, senza cipolla ché lui ne detestava l'odore, quel buon profumino di soffritto lo riempiva d'ira. Bisognava comunque, cipolla o no, cucinare con la porta ben chiusa e la finestra spalancata, che “gli odori di cucina” lo irritavano moltissimo. Meglio evitarne le ire, per me terribili. Mi rendo ben conto che ci son cose peggiori da sopportare, come dicono le persone più sagge di me e di te, ma io sento ancora la paura che mi stringe lo stomaco, anche ora, che sono grande, e sassi in specie non ne tiro più. Cercavi di non farci sentire la tua preoccupazione, per il tuo ritardo. Cercavi di preparare il più velocemente possibile. E servivi i maccheroncini caldi e ben conditi, allora non contavo le calorie, mi piaceva il mio piatto pieno, mi piaceva il sugo rosso e profumato. Aspettavi da lui una parola gentile. Un sorriso, magari.
Sono insipidi. Dov'è il sale?”.

mercoledì 27 giugno 2012

Come un bambino

Non dirmi del buio,
non dirmi del dolore.
Racconta solo
la luce,
dimmi soltanto il sorriso.
Usa quel tono dolce,
quelle parole gentili,
quelle che son riservate
ai fortunati
che non sanno,
ancora.
Non dirmi, oggi,
del male.
Non dirmelo,
ancora.
Domani, lo so, tornerò
consapevole.

Oggi, voglio solo un momento.
Voglio solo il sorriso.

Dimmi, allora,
come un bambino.

Unione

Grecia e Turchia si alleano,
per conquistare Berlino.

Spartacous-cous.

venerdì 22 giugno 2012

Sudo

Potare le rose alle tre del pomeriggio,
sole a picco,
quarantadue gradi all'ombra.

Sudomasochismo.

mercoledì 20 giugno 2012

Il gallo

Nel bel pollaio bianco del Mulino
una sola gallina,
la regina,
depone uova a bizzeffe
perchè il Mugnaio instancabile
a favor di camera
ne faccia frolla per i Biscottucci.
E il re del pollaio?
È il gallo.

Il Gallo con gli Stivali.

lunedì 11 giugno 2012

Gli uni e gli altri

Oggi:
il caffè.
La spesa.
Una mano in casa.
Domani:
il caffè.
La spesa.
Le bollette.
Una mano in casa.
Due chiacchiere.
Dopodomani:
il caffè.
La spesa.
Una mano.
Una passeggiata.
Due chiacchiere.

Oggi,
domani,
dopodomani.

Ti passa la vita.

venerdì 8 giugno 2012

Chi ha naso

L'hai messo sul fornello
acceso
e te ne sei andata
un momento,
tanto c'era tempo.
Tempo?
È uscito
prima che potessi fermarlo.
L'odore
del latte bruciato
ti ha detto del tempo,
il passato.
È bruciato.
Il latte, il tempo, il passato.
Il ricordo,
quello no,
però.

martedì 22 maggio 2012

Quello che sei


Quello che fai.

Se fai il bravo te ne dò un pezzetto.
Non fare così che ti metto in castigo.
Se continui di questo passo ti picchio.
Dicono che conta il tono della voce.
Eccoti un bel biscotto per premio, che sei stato bravissimo!
Te ne dò tante, ma tante, se non la smetti subito.
Il tono della voce, quello conta, dicono.
Ma ti ricordi, che carino da piccolo?
Eh, cosa vuoi, tutti i cuccioli fan tenerezza.

Con quegli occhioni dolci!
Chi l'avrebbe detto, che sceglieva Legge!

Quello che sei.
Chi ti ama, solo per quello?

lunedì 30 aprile 2012

Non si vede eppure passa


Stavi pensando alla cena, a cosa preparare.
Sull'inventario del contenuto del frigo ti sei accorta del semaforo rosso.
Il rosso del pedonale non ti piace, ti costringe a fermarti, e specie di sera non ti va.
Il rosso in generale non ti piace neanche quando sei in auto, specie se da sola.
In generale il rosso non ti piace.
Non è che ti stia benissimo, con i tuoi capelli.
L'esclamazione estranea e inaspettata ti ha, nell'ordine, spaventata e sorpresa.
Più spaventata.
Vi siete guardati, tu circospetta lui sorridente, e riconosciuti nonostante il tempo.
Passato.
Presente.
Il sorriso ora condiviso, vi siete messi un po' in disparte a far ordine ai ricordi.
Per non intralciare con tutto quel tempo riavvolto il normale corso degli attraversatori.
È pur sempre un incrocio.
Non eravate neppure a metà del rewind, quando lui ha alzato di scatto la testa (tu non sei proprio una torre, lui ti sovrasta, ora e allora) perchè qualcuno dall'altro lato della strada larghissima lo aveva chiamato, un grido squillante sul rumore incessante del traffico.
E niente, tocca salutarsi.
Scambiarsi però i contatti, per ritrovarsi, magari.
Alzi la testa, lui abbassa il volto, un bacio sulla guancia.
Le mani calde appena appoggiate, leggere leggere, sotto la tua giacca aperta.
Eppure le senti attorno alla vita mentre lo guardi allontanarsi.
Ce le ha messe perchè tu sei giovane e piena di estrogeni ancora, insinua il pensiero.
Soda, sei. Per ora.
Una sera ad un altro incrocio ti saluterà agitando la mano, e sarà lui o un altro.
Basterà aspettare.
E sarà il tempo del rimpianto.

giovedì 19 aprile 2012

Pollici no

Ultimo di una nidiata, bambino alto un tappo e basta
salverà la famiglia dall'inedia scoprendo i segreti della lievitazione
con la pasta madre e facendo fortuna nel campo della panificazione.

lunedì 2 aprile 2012

Sonno di bellezza

Giovinetta ingenua e leggiadra, rampolla di nobile famiglia, cresciuta tuttavia in campagna in compagnia di tre zie acquisite appena svampite eppure dotate di un intuito praticamente magico, ritorna al castello avito solo per cadere in un sonno pesantissimo causa infausto incontro con maliarda in grave carenza di estrogeni ma ancora capace di incantare.
La giovinetta verrà risvegliata suo malgrado.

mercoledì 28 marzo 2012

O miniere


Omini di altezza variabile dai novanta centimetri al metro e dieci aprono un ostello
per ragazze sole e indifese nel folto della foresta: in mancanza di avventrici e per evitare addebiti penali nonchè inchieste sgradite,
si daranno all'estrazione scavando pietre. Un giorno, loro malgrado, una fanciulla sventata ma non sdentata darà loro fama imperitura trasformandoli nei sette nani.

martedì 27 marzo 2012

Grane


Ranocchione verde e un po' muschioso, re indiscusso del suo stagno, indefesso divoratore di libellule,
indisturbato gracchiatore delle notti d'estate,
viveva tranquillo tra le canne quando una principessa zitella pensò bene di sbaciucchiarselo:
trasformatosi suo malgrado in un principe, ancora non si capacita di dover montare a cavallo.
E indossando delle stupide brache, perdipiù.

lunedì 26 marzo 2012

Rape

Maniaca delle extension bionda e maliarda amante delle altezze vertiginose
trovera' pace, pane e partner non appena si appassionera' a tenere i piedi per terra.
Taglio corto.