lunedì 30 aprile 2012

Non si vede eppure passa


Stavi pensando alla cena, a cosa preparare.
Sull'inventario del contenuto del frigo ti sei accorta del semaforo rosso.
Il rosso del pedonale non ti piace, ti costringe a fermarti, e specie di sera non ti va.
Il rosso in generale non ti piace neanche quando sei in auto, specie se da sola.
In generale il rosso non ti piace.
Non è che ti stia benissimo, con i tuoi capelli.
L'esclamazione estranea e inaspettata ti ha, nell'ordine, spaventata e sorpresa.
Più spaventata.
Vi siete guardati, tu circospetta lui sorridente, e riconosciuti nonostante il tempo.
Passato.
Presente.
Il sorriso ora condiviso, vi siete messi un po' in disparte a far ordine ai ricordi.
Per non intralciare con tutto quel tempo riavvolto il normale corso degli attraversatori.
È pur sempre un incrocio.
Non eravate neppure a metà del rewind, quando lui ha alzato di scatto la testa (tu non sei proprio una torre, lui ti sovrasta, ora e allora) perchè qualcuno dall'altro lato della strada larghissima lo aveva chiamato, un grido squillante sul rumore incessante del traffico.
E niente, tocca salutarsi.
Scambiarsi però i contatti, per ritrovarsi, magari.
Alzi la testa, lui abbassa il volto, un bacio sulla guancia.
Le mani calde appena appoggiate, leggere leggere, sotto la tua giacca aperta.
Eppure le senti attorno alla vita mentre lo guardi allontanarsi.
Ce le ha messe perchè tu sei giovane e piena di estrogeni ancora, insinua il pensiero.
Soda, sei. Per ora.
Una sera ad un altro incrocio ti saluterà agitando la mano, e sarà lui o un altro.
Basterà aspettare.
E sarà il tempo del rimpianto.

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